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Quanto sei veloce in birrificio?

Aggiornamento: 16 feb






Fare la birra è un processo lento. 

 

Lo sappiamo tutti, dalla cotta al bicchiere, se si fanno le cose per bene, raramente passano meno di 30 giorni.

 

Ma questo non è il modo in cui deve funzionare un birrificio.

 

Attenzione, non voglio dire che bisogna accelerare i processi produttivi.

 

Sono un grande amante della tradizione brassicola e credo davvero che uno dei fattori che ci contraddistingue, noi birrai artigiani, dalla grande industria è la cura che mettiamo nel produrre. 


E seppur il mio lavoro sia anche quello di aiutare i birrai italiani ad ottimizzare i processi, l’ultima cosa che faccio è andare a toccare ricette e tempistiche, quando non si tratta di errori palesi. 


Viva la lentezza quindi, ma solo nel fare la birra.

 

Ma noi non possiamo permetterci di essere lenti. 


Nei dieci anni che ho passato in birrificio, una delle cose che ho sempre mal sopportato è stata la burocrazia. 


Mi rendevo conto che l’aver a che fare con i vari organi di controllo, con chi ti doveva rilasciare autorizzazioni ed autorizzare pratiche, mi metteva addosso una frustrazione incredibile. 


La lentezza del sistema con cui dovevo convivere mi faceva uscire di testa, quando potevo mandavo avanti gli altri soci che però vivevano il tutto come me. 


Chiaro, non potevo fare diversamente, si sa come funzionano l’Italia ed i suoi apparati. 


Ma te lo voglio portare come esempio estremo di come non dovrebbe essere il tuo birrificio.

 

La burocrazia della tua testa.

 

La burocrazia statale è frutto di un continuo sommarsi di nuove regole e leggi che di fatto rendono il sistema sempre più complesso.  


Di fatto non è colpa di chi la burocrazia la applica, dei vari funzionari che: "per fare la richiesta devi compilare questi moduli, consegnarli a quell’ ufficio con fotocopie dei documenti e marche da bollo…” 


Questo sistema si autoalimenta, è entropico (come in termodinamica) e quindi sarà sempre più complesso. 


Ma perché ti parlo di questo? 


Mi serviva come introduzione per farti capire come spesso, cose facili vengono rese complesse da processi e percorsi, costruiti in modo involontario dalle persone. 


Come la burocrazia degli uffici statali rende complessa anche la più semplice delle pratiche, spesso anche la nostra mente rende difficili cose che che non lo dovrebbero essere. 


Io la chiamo burocrazia della mente. 


Ti racconto una cosa capitata a me, in birrificio, quando questa cosa ancora non l’avevo capita. 


Era l’inizio del 2014, l’azienda era in piedi da appena due anni e stavamo già iniziando a sentire i limiti dell’impianto che avevamo comprato. 


Di base, non riuscivo a fare abbastanza birra per coprire tutte le richieste. Stavamo perdendo vendite, clienti e quindi denaro. 


C’era la necessità di ampliare la cantina, di farlo in fretta, in modo da arrivare all’estate con una capacità produttiva adeguata (ed anche con un poca di birra in magazzino). 


Ma io, spinto da dubbi e convinzioni errate, ritardai la decisione di investire, facendo passare del tempo prezioso. Inutile dire che a maggio non eravamo pronti e l’estate si dimostrò essere una somma di brutte figure e clienti scontenti. 


Dubbi e convinzioni mi spinsero a commettere un errore cruciale. 


La burocrazia della mia testa aveva colpito.  


Aveva fatto in modo che prima di prendere la decisione, avessi dato spazio a pensieri difficili da vagliare e valutare.  


Pensieri del E se poi la birra non si vende?” “E se poi non riesco a ripagare i serbatoi?” “E se poi sbaglio?”. 


I dati che avevo in mano smentivano ognuna di queste obiezioni, ma il timore aveva comunque la meglio.

 

Insicurezza significa lentezza.

 

E noi non possiamo permetterci di essere lenti.

 

Fare la birra è cosa lenta, fare l’azienda no.

 

Ogni giorno che passa, il mondo diventa sempre più complesso e veloce.

 

Le tecnologie evolvono, cambiano le persone, cambiano i comportamenti e le abitudini e noi, volenti o no, ci siamo in mezzo e ci dobbiamo adattare.

 

E noi birrai, chiusi in birrificio per 12 ore al giorno, trascinati dalla quotidianità, spesso fatta di urgenze da risolvere, a questo rischiamo di non dare l’importanza che merita.

 

Non rimanere al passo porta insicurezza. Insicurezza che genera burocrazia mentale, che genera lentezza.

 

Con il rischio di non uscirne mai, con il rischio di rimanere indietro, sempre di più.

 

Per prima cosa metti in discussione i tuoi pregiudizi.

 

Spesso sono i pregiudizi che ci siamo creati, magari sulla base di analisi superficiali e prive di dati a supporto, che ci portano al dubbio ed alla paura dell’errore.

 

Vanno esaminati con pensiero critico, messi in discussione ed elimintati se necessario. 

Ad esempio quell’ “abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?” che sento spesso dire nelle sessioni di consulenza, è la prima frase da dimenticare. 


Se funzionava un tempo, se ha funzionato fino a ieri, non è detto che funzioni oggi o domani.

 

Confrontati con i tuoi colleghi.

 

Di birrifici in Italia ne esistono tanti si, ma sembra ci sia spazio per tutti. La “concorrenza” è percepita da pochi. 


Quindi perché non parlare con gli altri birrai? 


Vedo che spesso molti argomenti sono tabù. 

 

Alla solita domanda sul come stia andando, tutti rispondono sempre “tutto bene” senza però confessare le difficoltà che stanno attraversando. 


Questo lo sto notando in prima persona con i birrai che seguo. 

 

Nel momento in cui li metto nella condizione di raccontarmi davvero le cose come stanno, ne avrebbero per ore a raccontarmi dei problemi che sentono di dover sistemare. 


Condividere aiuta a velocizzare il miglioramento.

 

Sentire punti di vista diversi, aiuta a mettere in discussione i propri pregiudizi. 


Se vuoi ti facilito il compito.

 

Farlo da soli è difficile, io ci sono passato. 

Va fatto con metodo e costanza, altrimenti ottenere risultati è difficile.

 

Ecco quindi che, frutto di tante conversazioni con tanti birrai, ho deciso di fare una cosa nuova. 

 

Cosa a cui ho già preso parte in passato e che è stata forse uno dei motori più importanti per i risultati che ho ottenuto con BioNoc’ in passato. 


Si chiama Brewery Accelerator e a questo link trovi tutte le informazioni necessarie. 


Mettersi in gioco è il primo passo per crescere e rimanere fermi costa molto più denaro degli errori che derivano dall’azione. 


Buona Birra 


Nicola

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